Uno dei segnali più eloquenti del cambiamento radicale del mercato del lavoro a livello internazionale e nazionale è l’affermarsi del temporary management.
La diffusione del TM è dovuta in Italia alla veloce evoluzione di nuove modalità di comunicazione e tattiche digitali, oltre alla necessità di contenere i costi e avere maggiore flessibilità. Fino a qualche anno fa il nostro Paese non era molto preparato a questa forma di flessibilità, che aveva già conquistato altri mercati europei e americani, ma recentemente e soprattutto l’avvento della pandemia ha modificato radicalmente l’atteggiamento delle imprese, rendendole più aperte a considerare questo tipo di collaborazione.
Milano Finanza ha pubblicato ad inizio marzo i risultati di una recente indagine (gennaio 2021) condotta da Inima –network internazionale che raggruppa le associazioni di temporary manager in Europa- su 750 professionisti ad Interim, la quale ha evidenziato che ben il 77% dei manager italiani intervistati risulta occupato con un contratto di consulenza
- (41%) con formula part-time
- (36%) con formula full time
Un dato nettamente superiore alla media europea del 55%.
Per quanto riguarda l’utilizzo medio nel 2020, ovvero il rapporto tra giorni di attività rispetto al numero totale di giorni lavorativi, l’Italia si posiziona al terzo posto con il 59%, dietro solo alla Germania (73%) e alla Svizzera (65%).´
Qual è il vero plus del Temporary Management?
Se focalizziamo soprattutto l’ambito delle PMI, l’imprenditore e i suoi dipendenti non hanno spesso il tempo e le risorse per impostare un nuovo processo, creare strategie innovative e hanno estremamente bisogno di confrontarsi con punti di vista esterni:
Il TM risponde proprio a questa esigenza e consente di venire a contatto con un team di manager che ha maturato competenze ed esperienze in ambiti internazionali e che per questo può dare un contributo assolutamente originale e nuovo al loro cliente. Inoltre, la flessibilità della formula permette di fare ´operazioni chirurgiche’:
“il TM progetta e imposta il lavoro, lo avvia e successivamente lo lascia in eredità agli imprenditori e ai loro collaboratori”.
Le imprese che si avvalgono di Temporary Manager hanno un maggiore controllo del conto economico, perché impostano il lavoro per progetti ed obiettivi chiari con una tempistica ben definita. Inoltre, sono disponibili contributi a fondo perduto per la consulenza specialistica di innovation manager, atti a finanziare processi di innovazione, trasformazione tecnologica e digitale per le imprese, utili anche per far evolvere gli assetti gestionali e organizzativi dell’azienda stessa.
L´ aspetto non molto positivo riguarda la valorizzazione della figura del temporary manager, che non è contemplata nella sua peculiarità dall’ordinamento italiano. Per ora non si ha nessun riconoscimento né da parte delle autorità competenti in questo senso ed è sicuramente una mancanza che dovrebbe essere colmata da una normativa che valorizzi e tuteli questa modalità flessibile di lavoro e i professionisti che operano in questo campo.